Appartenuto nel Medioevo al Giudicato di Arborea e poi ai marchesato di Oristano, beneficiò successivamente, del privilegio concesso da Ferdinando II di Aragona, con una carta reale del 1480, di appartenere direttamente alla Corona e di poter eleggere i propri amministratori tra la gente del posto.
Il nucleo più antico di Aritzo è sicuramente la zona denominata S'ORTU DE SU PARA e corrispondente alla parte centrale del paese. Raggruppati in poco spazio abbiamo un concentrato di testimonianze sulla vecchia struttura abitativa.
Interessantissima è la parte dove si trovano le vecchie carceri, che pare risalgono al 1600. Aritzo ne fu dotata per la sua veste di capoluogo di mandamento. La costruzione è in materiale scistoso con un sotto passaggio ad un sesto acuto che i locali chiamano ‘sa bovida (la volta). All'interno si trovano tre ambienti chiusi ed un cortiletto. Il primo ambiente era destinato alle guardie, il secondo, che comprende due celle, pare riservate alle donne, un caminetto ed un buco centrale attraverso il quale venivano calati, nella terza stanza, priva di altri accessi, i detenuti. Da notarsi che la grossa apertura, visibile dalla parte bassa della costruzione, è di recente fattura. In realtà essa è stata praticata per uso di deposito attrezzi. Nel cortiletto antistante da notarsi la meridiana, (antico strumento per la misurazione del tempo).
Nella stessa via da notarsi un altro piccolo sottopassaggio, chiamato ''SU POLCIU, caratteristico è l'utilizzo dei pali in castagno per la realizzazione del solaio. In questa parte dell'abitato le costruzioni presentano, esternamente, la tipica facciata ''ISCHELOADA'', che consiste nella applicazione, con del fango, di piccole scaglie dl pietra al muro realizzato.
Interessantissima, inoltre, la casa ''DE VILLA'', risalente al XVII secolo. La costruzIone presenta tracce dl architettura spagnole, con ampio patio circondato da un porticato.
Dentro centro abitato non è scomparsa del tutto, invece, un'importante attività economica del centro montano: l'artigianato del legno, grazie all'importante risorsa naturale dei castagneti. L'arte di su maist'e linna, finalizzata alla produzione di cassepanche, taglieri e mestole segue, a tutt'oggi, le tecniche tradizionali.
L'arte di su maist'e linna si distingue per la tecnica di lavorazine ad intaglio, realizzata con scalpelli e sgorbie secondo le procedure tradizionali. Per la realizzazione dei manufatti viene impiegato prevalentemente il castagno. Il momento più significativo della decorazione consiste nella scelta e nella realizzazione del disegno, sa mustra, in cui l’artigiano si esprimere appieno con grande passione e conoscenza.
Tra i costumi più belli dell’Isola, per foggia, colori ed eleganza, spicca certamente quello di Aritzo. Durante la celebre Sagra delle castagne e delle nocciole gli viene dedicata una mostra.
Una descrizione dell’abito femminile la si trova già nell’ottocentesco Dizionario Angius-Casalis, che parlando di Aritzo, alla voce ‘Moda di vestire’, riporta: “Le donne vestono in un modo che direbbesi singolare, se in pari modo non si abbigliassero quelle di Belvì, Gadoni e Desulo. Usano elle un busto strettissimo di forese chiuso a tutte parti, e solamente aperto ai lati circa cm 20, per passarvi le braccia."
Di notevole interesse, la raccolta di reperti etnografici di proprietà del comune di Aritzo che testimonia la vita contadina, pastorale e delle attività commerciale che furono. Da notare in particolar modo gli strumenti che servivano per produzione del gelato ''SA CARAPIGNA'', gelato prodotto dai ''SORBETTIERI'' di Arltzo e venduto in tutta la Sardegna. Interessanti gli strumenti per la fabbricazione delle candele e quelli per la produzione delle botti.